Messa a fuoco e Profondità di campo: ecco come padroneggiarne l’uso grazie a internet


 

I concetti di messa a fuoco, profondità di campo, iperfocale, e ancora diaframma, lunghezza focale, circolo di confusione. Tutti strettamente collegati per quanto riguarda il risultato finale che si ottiene quando andiamo a scattare. Eppure non molte persone sanno come comprenderli e usarli al meglio.

Prima un po’ di teoria e brevi schemi generali per fissare le idee:

  • Profondità di campo: In fotografia la “profondità di campo nitido” o semplicemente “profondità di campo” (abbreviato in PdC o DoF dall’inglese Depth of Field) è la distanza davanti e dietro al soggetto principale che appare nitida (a fuoco). Per ogni impostazione dell’obiettivo, c’è un’unica distanza a cui gli oggetti appaiono perfettamente a fuoco; la nitidezza diminuisce gradualmente in avanti (verso il fotografo) e indietro (in direzione opposta). Il “campo nitido” è quell’intervallo di distanze davanti e dietro al soggetto in cui la sfocatura è impercettibile o comunque tollerabile; la PdC si dice essere maggiore se questo intervallo è ampio e minore se è ridotto.
  • Ottenere una PdC ampia: Focale più corta, diaframma più chiuso (f/x con x più grande), soggetto a fuoco distante dalla fotocamera.

In genere così si lavora con i paesaggi, tenete a mente che un diaframma chiuso allungherà i tempi e con le digitali è bene non andare oltre f/11 pena perdita di dettaglio dovuto ai problemi di diffrazione. La tridimensionalità della foto in questo caso è data dalla prospettiva esagerata per effetto della focale che ingrandisce il primo piano e rimpicciolisce il secondo piano.

  • Ottenere una PdC ristretta: Focale più lunga, diaframma più aperto (f/x con x più piccola), soggetto a fuoco più vicino alla fotocamera e sfondo distante.

Questa di solito è l’impostazione per fare i ritratti, la tridimensionalità è data dal fatto che il soggetto è a fuoco e lo sfondo dietro viene “ingrandito” e sfuocato grazie alla lunga focale e all’apertura del diaframma. Minore la distanza tra fotocamera e soggetto, maggiore la distanza tra soggetto e sfondo e maggiore sarà questo effetto. Lunghezze focali notevoli e grandi aperture di diaframma renderanno la profondità di campo così ristretta che spesso tutto il soggetto non viene a fuoco. Nel caso di un ritratto a una persona può succedere che gli occhi siano a fuoco ma le orecchie no, per ovviare a questa cosa, naturalmente basterà chiudere un po’ il diaframma.

Nell’epoca digitale ci viene in aiuto prima di tutto la possibilità di vedere subito sullo schermo della macchina fotografica il risultato delle varie combinazioni di lunghezza focale, distanza dal soggetto, diaframma chiuso o aperto ecc..e a seconda della macchina fotografica (anche se ormai ce l’hanno quasi tutte), il live view è una funzione molto utile per vedere in diretta come cambia la foto cambiando i parametri, anche se attenzione: di norma quello che si visualizza con il live view rappresenta la visione con diaframma tutto aperto, premendo il pulsantino apposito verrà chiuso il diaframma al valore impostato.

Per il resto possiamo affidarci anche a semplici webapp, tutorial e video che ci facciano comprendere al meglio tutti i concetti legati alla profondità di campo e messa a fuoco.

  • Partiamo con questo filmato di teoria, lungo e in inglese ma chiarissimo. Vedendolo la prima volta probabilmente resterete un po’ confusi anche per l’enorme mole di concetti che spiega. Andate a scattare e tornate a vederlo, ci capirete molto di più: http://vimeo.com/1136116
  • Un simpatico e completo simulatore di reflex digitale http://camerasim.com/camera-simulator.html
  • Procediamo poi con un sito utilissimo per calcolare valori precisi di iperfocale, profondità di campo e distanze in base a focale, sensore e diaframma: http://www.dofmaster.com/dofjs.html
  • Vi segnalo infine l’esistenza di un sacco di applicazioni per smartphone che calcolano questi valori in maniera veloce e pratica, io per esempio mi trovo bene l’app gratuita iDof per iPhone: http://itunes.apple.com/it/app/idof-calc/id348599110?mt=8

Per concludere vi invito a fotografare e fotografare, spippolare e sperimentare, solo così avrete un’idea precisa e consolidata dei concetti di cui parliamo, la teoria aiuta ma niente batte la pratica!